lunedì 6 settembre 2010

"Non siamo mica farmacisti"

“Alle 14.19 Tomizawa ci ha salutato”. Questa l'ultima dichiarazione del dottor Costa sulla morte del pilota giapponese: parole che avremmo preferito non sentire mai. Parole che invece, purtroppo, avevamo già sentito settimana scorsa, quando a morire fu l'ancora più giovane Peter Lenz, in un incidente peraltro simile a quello che ha tolto la vita a Tomizawa.

Shoya aveva 19 anni, Peter 13. Ragazzi giovanissimi, che amavano una disciplina in cui con la morte, bene o male, ci devi fare i conti ogni domenica. Uno sport che non nasconde di essere pericoloso, che nonostante le sempre migliori misure di sicurezza si tratta sempre di una corsa con moto che superano i 200 all'ora. Il padre del giovane americano lo aveva detto nel messaggio con cui aveva annunciato la morte del figlio: “Peter è morto facendo ciò che amava”. E sicuramente il discorso vale anche per Tomizawa.

A volte il destino sembra troppo cattivo, portare via due giovani in così breve tempo sembra crudele. Dobbiamo risalire a sette anni fa per trovare un episodio che abbia sconvolto così il mondo del Motomondiale, quando il connazionale di Shoya, Daijiro Kato perse la vita nel circuito di casa a Suzuka. In quell'episodio fu una pista pensata e costruita in maniera pessima, con i muretti troppo vicini ai punti di massima velocità del circuito, a togliergli la vita. Da quel giorno, per non dimenticare, sulle tutte e sulle carene di molti piloti è comparso il numero usato da Kato, il 74.

Incidenti che fanno riflettere, che non si limitano al mondo delle moto. Impossibile non ricordare i drammi della Formula Uno: tra i più recenti Senna, che per ironia della sorte perse la vita proprio nel Gp di San Marino, e Gilles Villeneuve, nel Gp del Belgio.

Chi segue anche la la categoria Supersport ricorda la morte del britannico Craig Jones, di soli 23 anni, deceduto in seguito alle gravi lesioni celebrali riportate sulla pista di Brand Hatch, dopo essere stato investito da un altro concorrente.

Tuttavia l'incidente che è restato impresso nella memoria degli appassionati della velocità è quello del 20 maggio 1973, a Monza, quando le misure di sicurezza erano di tutt'altro spessore rispetto ad oggi. Quello schianto costò la vita al finlandese Jarno Saarinen ed al riminese Renzo Pasolini, entrambi grandi avversari del mitico Agostini, all'epoca in 250

E come ha detto oggi il campione italiano, con un velo di fatalismo: “Noi motociclisti sappiamo di rischiare la vita, non facciamo mica un lavoro tranquillo come i farmacisti”. Certo, questi giorni non li si vorrebbe vivere mai.

venerdì 25 giugno 2010

Tutto Vero!

Si signori. Ricordo alla perfezione Caressa e Bergomi all’estrazione del sorteggio del girone mondiale. Come tutti noi pensavano che ci fosse andata di culo. Era vero, ma non avevano fatto i conti con questa Italia. Ora che siamo stati eliminati possiamo scatenarci in tutti gli insulti possibili ed immaginibili verso il nostro Ct, ma ancora di più, a parer mio, verso i nostri giocatori.
Io sono sempre stato fiducioso su Lippi, pur non essendo juventino e non condividendo neppure molte sue scelte. Io Cassano l’avrei portato, o perlomeno gli avrei parlato per cercare di sistemare un rapporto burrascoso. Io avrei fatto lo stesso con Miccoli. Io neppure avrei convocato Balotelli, che considero ancora troppo immaturo sul lato mentale. Io avrei fatto giocare di più Quagliarella, Bonucci e Maggio. Io avrei lasciato a casa Cannavaro, o perlomeno non l’avrei fatto partire titolare. Io preferivo Pazzini a Gilardino.
Ma “Io” non ho neanche vinto un Mondiale e neppure ho il patentino da allenatore. Adesso viene fin troppo facile a tutti criticare il lavoro di Lippi. Sapete quale è stata la cosa veramente difficile? Cercare di credere nella squadra di Lippi, tifarli in ogni caso e illudersi. Si, perchè io, come tanti altri ragazzi, come lo stesso Lippi, mi ero illuso che questi giocatori potessero regalarci un’altra emozione come 4 anni fa.
E ho sbagliato forse a farlo, perchè risvegliarsi ora è veramente brutto. Soprattutto se quello che hai appena fatto non è un bel sogno ma un incubo. Lippi si è preso tutte le responsabilità della disfatta: questo gli fa onore, soprattutto perchè in conferenza stampa lo fa con la voce rotta dal pianto. Anche lui si era svegliato, purtroppo troppo tardi. Ma se c’è una cosa che veramente mi fa imbestialire è quello che ha detto successivamente. Vi riporto interamente le parole dell’ormai ex Ct, evidenziando quello che mi ha fatto arrabbiare:
Mi prendo tutte le responsabilità. Se in una partita così importante una squadra si presenta col terrore nelle gambe, nella testa e nel cuore, e non riesce a esprimersi per come era necessario significa che l’allenatore non l’ha preparata bene sul piano tecnico, tattico e psicologico. Mi spiace per gli sportivi italiani, per la federazione. Ho ritenuto che questa squadra potesse fare certe cose e non l’ho preparata bene. Tutto mi sarei aspettato tranne che ci esprimessimo in questo modo nel primo tempo, lasciamo perdere la reazione del secondo. Non pensavo di rivincere il Mondiale, ma chiudere il mio rapporto con la Nazionale in questo modo è bruttissimo. Grazie a tutti per questi quattro anni, in parte fantastici e in parte molto deludenti. La responsabilità è tutta mia, di chi ha costruito questo gruppo. Ero convinto e avevo voglia di rifare questa esperienza dopo aver vinto il Mondiale nel 2006. Mi dispiace enormemente.
Fammi capire caro Lippi. Tu sei andato in Sud Africa senza molte speranze di rivincere questo mondiale? E allora che cavolo volevi fare, arrivare terzo? Personalmente a me di arrivare sui gradini bassi del podio non me ne frega nulla. A me interessa la vittoria perchè nessuno si ricorda degli sconfitti. Lippi, tu dovevi costruire una squadra per vincere, non per fare bella figura, non per arrivare almeno ai quarti, ma l’obiettivo minimo doveva essere la finale. Vuol dire che tu sei responsabile più di tutti perchè hai illuso i tuoi giocatori di poter vincere quando tu stesso non credevi che potessero essere in grado di farlo. E quando tu dici di non aver lasciato a casa gente che potesse cambiare il corso di una partita e Abete ti viene dietro dicendo che “Cassano quando è stato in nazionale non ha mai fatto la differenza” state negando l’evidenza.
Io mi ricordo di un Cassano che nel 2004, con Trapattoni risultò il migliore degli azzurri, segnando il pareggio contro la Svezia e il gol vittoria contro la Bulgaria, con la famosa corsa di gioia verso il Trap che lentamente si tramuta in pianto, venendo a conoscenza del biscotto di Svezia e Danimarca. Mi ricordo anche un Europeo 2008 con Donadoni, tutto sommato positivo per lui, partendo titolare contro la Francia (unica sfida vinta dagli azzurri) e contro la Spagna. Il tutto, apparentemente, senza “cassanate”. Ma questi sono pensieri personali e ripeto: io non sono un Ct e non ne ho neanche la facoltà. Rispetto tutte le scelte di Lippi e il suo lavoro: ma il primo ad ammettere di aver sbagliato oggi è lui.
Chiuso il capitolo allenatore ora mi dedico ai giocatori. Perchè i burattini super pagati che poi vanno in campo sono i veri artefici della sconfitta. De Rossi intervistato nel dopo partita con gli occhi lucidi dichiarava che “non avrebbe mai pensato di poter perdere contro la Slovacchia, o di uscire così presto”, facendo intendere di non aver mai sottovalutato le avversarie. Il che è un bel controsenso. Anche a detta di Lippi questo gruppo non poteva vincere il mondiale, ma perlomeno contro la Nuova Zelanda e la Slovacchia si. E in campo a giocare non ci va Lippi, ci vanno i giocatori. Mi fa veramente rabbia sentire gente come Iaquinta lamentarsi del fatto che gioca fuori ruolo. Porca miseria caro Vincenzo ma tu come ala o come terzino o come punta centrale, per quello che vali (almeno in termini economici), devi essere in grado di saltare avversari come Ryan Nelsen o Durica. Altrimenti sei un sopravvalutato, come molti tuoi compagni. Io vedo Rooney tornare particamente sempre in difesa quando possibile ed adattarsi a fare il terzino pur di essere utile. E senza scomodare i fenomeni ho visto un Hamsik sempre fuori ruolo, a fare il regista, un Honda nel Giappone che fa la prima punta, nonostante sia un trequartista, un Jonas Gutierrez che accetta di buon grado di fare il terzino per Maradona, pur essendo scandaloso in quel ruolo. E la lista potrebbe essere lunghissima. E i lamenti di Vincenzo, come quelli di altri, sono da prima donna. E quindi caro Lippi, anche se non volevi giocatori “egoisti” te li sei portati lo stesso.
Gli infortuni di Pirlo, oggi positivo, e Buffon sono una scusa che non regge. E che Lippi fa bene a non usare. Belle le parole di Pirlo che alla domanda “Cosa poteva fare questa squadra con Pirlo?” risponde con un ironico “Il problema è cosa DOVEVA fare questa squadra senza Pirlo…”. Di questo mondiale l’immagine resterà quella delle lacrime di Quagliarella, che come Cassano sei anni fa, è il simbolo di quell’Italia combattiva, che in campo mette giocatori che ancora sono in grado di sentire la maglia. Un’Italia che oggi, come sei anni fa, non si è vista.Ripartiamo da Prandelli, con nuove idee ed un nuovo ciclo sperando che possa portarci le stesse gioie che ci ha portato Lippi, e che, a differenza di quest’ultimo, sappia quando dire “basta”.

Pagelle

Marchetti: voto 4. A parer mio colpevole su tutti e tre i gol. Poco sul primo, abbastanza sul secondo e molto sul terzo, nel quale esce con un quarto d’ora di ritardo. Non si conferma ad alti livelli.

Zambrotta: voto 3,5. Non sale mai! Giocano solo sulla sinistra (nel primo tempo, dove c’è Criscito) e sulla destra nel secondo (dove c’è Maggio). Bollito.

Cannavaro: voto 3. Bollito come sopra, purtroppo ormai l’ombra di se stesso. Chiude la carriera nel peggiore dei modi. Finto capitano di questa Italia.

Chiellini: voto 4. Gioca sempre per due data la forma di Cannavaro e questa è una scusante. Ma Vittek lo mette in difficoltà sempre, sia di testa che in velocità, suo l’errore del secondo gol. Non è il Giorgio che amiamo.

Criscito: voto 4. Timido, indeciso e immaturo oggi. Tanto bene le altre partite quanto male oggi. Si conferma ancora inadatto nelle partite che contano. Cucciolo bagnato.

Gattuso: voto 5. Fisicamente non c’è. E si vede. Ma se tutti avessero la metà della grinta che ha lui probabilmente non saremmo andati a casa.

De Rossi. voto 3,5. Oggi ha paura. E sbaglia tutto. Grave l’errore sul primo gol, gravissimo quello sul terzo, da condividere con Cannavaro e Chiellini.

Montolivo: voto 4. Ha giocato? Oggi non si sente proprio la sua presenza.

Pepe: voto 5,5. La solita corsa e il solito cuore. Poi i piedi però son quel che sono…e purtroppo non sono un granchè.

Di Natale: voto 4,5. Il gol mangiato pesa, come il fatto che nel primo tempo non vuole mai saltare l’uomo. Nel secondo migliora decisamente, quando entra Quaglia.

Iaquinta: voto 3. Oggi hai giocato punta centrale, e hai fatto schifo lo stesso. Non ti puoi lamentare più…

Maggio: voto 6. Decisamente meglio di Zambrotta sulla destra. Spero si riparta da lui.

Pirlo: voto 6. Quando entra si capisce perchè non si può fare a meno di lui. Non sembra dall’aspetto ma è un grande lottatore.

Quagliarella: voto 8. IL MIGLIORE. Avrei preferito vederlo così, bello sorridente. Vai a vedere che il Paolo Rossi che invocava Lippi era in panchina ed era di Castellammare di Stabia. Gol fantastico, grazie Quaglia.

lunedì 21 giugno 2010

Fatti Neri dagli All Whites

Figura di cacca. E credo che riassuma praticamente tutto. Chi mi conosce sa bene che io sono sempre abbastanza ottimista, ma oggi trovo veramente difficoltà a vedere il risultato finale come un pareggio. Perchè con tutto il rispetto per i neozelandesi non possiamo permetterci neanche di subire un gol da una squadra scarsa come la loro. Anche qui un tiro, un gol. E Cannavaro tira in ballo la sfortuna nel dopo-partita. Io parlerei di sottovalutazione dell’avversario. Questo mix di vecchietti e giovani neozelandesi non saranno nessuno ma intanto hanno i nostri stessi punti.
Lippi ha pienamente ragione quando in conferenza stampa (post partita) ci dice che i conti si fanno alla fine. Quindi evito di giudicare già la spedizione azzurra come un fallimento. Se così sarà lo vedremo dalla prossima partita. Ora dobbiamo augurarci che sappia riordinare le sue idee e che i giocatori in campo si dimostrino all’altezza della situazione.
Partono gli stessi interpreti dell’altra volta. Marchisio fa l’ala sinistra, ma spesso Lippi gli dice durante la partita di accentrarsi e provare a saltare l’uomo. Insomma Marchisio non svolge un compito tanto diverso da quello fatto col Paraguay. Pepe presidia la fascia opposta, quella destra, e da lui e Mimmo Criscito ci si aspettano i cross in mezzo. Ma davanti c’è il solito gatto di marmo che risponde al nome di Gilardino, che anche oggi corona una partita di sacrificio con ben zero tiri. La Nuova Zelanda imposta la partita nell’unico modo in cui può giocarla: con una bella difesa ad 11 puntando sul contrpiede e su qualche svarione azzurro.
Che non tarda ad arrivare dato che al settimo minuto da un calcio di punizione battuto da Elliott la palla scodellata in mezzo arriva proprio su Cannavaro, il quale non può far altro che fornire un bell’assist involontario a Smeltz, che non ha problemi ad infilare la palla in rete da un metro. Ok, la sfortuna ci può stare, inoltre il gol era pure in fuorigioco, dato che Reid, l’eroe della partita precdente, tocca con la testa prima che la palla arrivi all’attaccante. Ma da che mondo è mondo se uno è nettamente più forte la sfortuna la batte. E sulla carta era quello che tutti ci aspettavamo, ovvero un moto immediato di orgoglio che portasse a breve al pareggio.
Invece sti All Whites iniziano a sembrare davvero forti. Non illudetevi, non sono loro dei fenomeni, siamo noi che sentiamo la paura e li facciamo sembrare tali. E nonostante le parole di Lippi la paura si vede da fuori. In campo i neozelandesi si fingono gli All Blacks e si mettono pure a dare qualche bella botta gratuita ai nostri. Tanto che ad un certo punto si teme l’ennesima rottura del naso per Chiellini, allarme poi rientrato. L’allarme che non rientra è però quello del punteggio.
I lanci lunghi per GIlardino sono prevedibili, e solo le grandi falcate di Pepe e Zambrotta sembrano portare a qualcosa che si può avvicinare alla definizone di “pericoloso”. Marchisio si conferma fuori ruolo, Montolivo e De Rossi sono i più attivi. Il centrocampista della viola fa gridare al gol con un tiro dalla distanza che sbatte sul palo interno e poi esce, con Paston (che proprio oggi deciderà di fare la partita della vita) immobile. La luce sembra riaccendersi al ventottesimo quando l’arbitro Batres, guatemalteco con la fama di cattivo, fa arrivare il Natale in anticipo e ci fischia un rigore più che generoso, con De Rossi abile a sfruttare l’ingenua trattenuta del difensore. E allora con Iaquinta dal dischetto e tutti noi girati da un’altra parte per non vedere arriva il pareggio. Si scoppia tutti ad urlare, l’incubo sembra lontano.
Poi mi fermo a riflettere e penso che sto esultando per un gol segnato su rigore, alquanto dubbio, e che stiamo pareggiando con la Nuova Zelanda. L’incubo è tutt’altro che lontano, anche perchè nonostante gli azzurri dominino la partita non c’è mai l’impressione di poter convertire la sfortuna iniziale in goleda. Ovviamente speriamo di sbagliarci.
Lippi riparte nel secondo tempo con due novità. Fuori l’orrendo Gilardino e dentro Di Natale. E poi dentro Camoranesi. Camoranesi? Lo stesso giocatore che non è partito titolare perchè “non ha i 90 minuti nelle gambe”? Si, lui. Il sottoscritto pensa: “Almeno avrà tolto Marchisio!”. No! Ha tolto Pepe: penso ad un attacco di demenza senile del nostro Ct. Nella conferenza stampa spiegherà che è stato sostituito perchè non stava facendo quello che gli era stato chiesto. E cosa non doveva fare, correre e metterci l’anima? Doveva fare il suo compitino alla Marchisio senza provare l’azione personale? Misteri.
Come ampiamente previsto Camoranesi si rivelerà il peggiore in campo. Di Natale non farà tanto meglio, ma perlomeno più di Gilardino, come anche Pazzini. Osiamo tutto con una bella formazione offensiva e per poco non ci prendiamo pure il gol beffa con un tiro di Wood che esce di poco a lato. Poco prima Paston respingeva le speranze azzurre, concentrate in un tiro di Montolivo (strano). Camoranesi decide di provarci addirittura dai trenta metri, con l’unica cosa decente della sua partita, ma questi tiri fanno solo fare bella figura al portiere.
Insomma l’incubo alla fine si realizza, e anche se nella forma è un pareggio vale come una sconfitta. Non va bene, è un passo indietro. Ma io non voglio ancora cedere alla facile critica, a considerarci già a casa. Aspetto la prossima partita. Sperando in una squadra diversa nell’atteggiamento, in qualche scelta più intelligente di Lippi e anche in qualche botta di culo, perchè nel calcio servono pure quelle. Ma non contro la Nuova Zelanda, oggi si doveva vincere in ogni caso.

Le Pagelle
Marchetti: 6. Nessuna colpa sul gol, che è anche l’unico tiro che riceve in porta…
Criscito: 5. Le lodi non gli hanno fatto molto bene. Spinge poco, e i cross sono sempre poco precisi. Ma siamo sicuri che si rifarà.
Cannavaro: 4. Alla fine i suoi errori si sentono sempre, forse troppo. Perchè se è vero che la deviazione è sfortunata è altrettanto vero che comunque Smeltz se l’era già perso da un quarto d’ora…
Chiellini: 5,5. Dietro non ha lavoro, davanti spreca troppo. Ma non è lui che deve fare l’attaccante.
Zambrotta: 6,5. In mezzo ai giocatori neozelandesi sembra addirittura veloce. Risulta tra i migliori in campo. E questo comunque non è un bene…
Marchisio: 4. QUALCUNO PUò SPIEGARGLI CHE CAVOLO VUOLE LIPPI DA LUI?!
Montolivo: 6. Casper il fantasmino ci mette sempre l’anima. Sbaglia di più rispetto alla scorsa partita ma è sempre uno dei migliori alla fine. Il palo sta ancora tremando…
De Rossi: 6,5. Il Migliore. Furbo Capitan Futuro a prendersi il rigore, in mezzo al campo è padrone, anche se oggi non è un compito complicato. L’anima di questa opaca Italia. P. S.: geniale l’esultanza con Iaquinta, suonandogli il naso a mò di Vuvuzela.
Pepe: 6. Solita corsa e solita grinta. De Rossi è l’anima e lui il cuore. Lippi lo sostituisce per cause che noi umani non possiamo capire, forse.
Iaquinta: 5,5. Meglio nel secondo tempo ma come spalla di Gila non funziona oggi. Il dubbio è che la colpa sia più di Gila che sua…
Gilardino: 3,5. Per un tempo giochiamo in dieci.
Di Natale: 5. Davanti non dà la fantasia che gli chiede Lippi e non riuscire a saltare Nelsen in velocità è imbarazzante per uno come lui…
Camoranesi: 3. Sbaglia tutto, continuo a non capire perchè se non ha ancora il ritmo partita (come detto dallo staff medico), sia sempre puntualmente in campo.
Pazzini: 5. Meglio di Gila, ma pure un Baobab avrebbe fatto meglio…

sabato 19 giugno 2010

La porta dell'Inferno

Adesso io esigo una spiegazione. Giovedì sera scopro che la Juventus ha praticamente acquistato Marco Storari dal Milan.
Primo: Galliani aveva confermato pochi giorni fa che il portiere sarebbe tornato alla base per restarci, al cento per cento. Probabilmente con la prospettiva di fare il secondo di Abbiati, ma io credo che avrebbe potuto ampiamente giocarsi le sue chances, dato che Allegri non è cieco e non può non ignorare quanto di buono fatto dall’ex portiere del Messina. Dopo una settimana lo vendono alla Juventus, dove ovviamente andrà a fare il secondo di un Buffon ormai sempre più acciaccato e che si opererà dopo il mondiale.
Insomma un bel regalo ad una diretta concorrente, che ci conferma quanto ormai il Milan continui ad illuderci di voler fare la grande squadra quando ormai non lo sembra più. Ma vogliamo mettere un pò di chiarezza sul fatto portiere? Perchè uno pensa: “via Storari, Abbiati è il titolare”. Magari no. Perchè i 5 milioni che si guadagnerebbero dalla cessione del sottovalutatissimo Storari potrebbero essere spesi per il sopravvalutatissimo Marco Amelia. Fortunatamente dovrebbe arrivare solo in prestito, quindi l’investimento a vuoto sembra scongiurato.
Ma siccome i problemi il Milan sembra averli ovunque e non in porta dove poteva schierare due portieri di alto livello come Storari e Abbiati, perlopiù italiani, non mi comprate un portiere! Ad oggi il Milan potrebbe avere una porta fin troppo affollata, con Abbiati, Storari e Roma che fino a poco fa erano i tre confermati, con Amelia pronto ad arrivare e con Dida che pur di restare sembra volersi pesantemente decurtare l’ingaggio. Senza dimenticare che non farebbe mai male dare pure un occhio al settore giovanile su cui Galliani dice di voler investire, ma che di fatto ha le porte chiuse dai senatori della squadra. Perchè i rossoneri dispongono del promettente e giovane Donnarumma, che probabilmente verrà mandato in prestito in B l’anno prossimo a farsi le ossa.
Inoltre Allegri non è neanche arrivato, sebbene ormai sia praticamente ufficiale. Dovrà essere ben l’allenatore a chiarire i dualismi, a parlare con i giocatori e a scegliere su chi puntare. Ma si sa che al Milan la squadra non la fa l’allenatore…
Comunque di certezze ora ce ne sono poche, c’è il mondiale e dedichiamoci a quello. Certo, se penso che fino al 2006 il Milan era su Buffon e Ibrahimovic ed oggi tratta Amelia e Caracciolo, un pò mi viene da piangere.

martedì 15 giugno 2010

L'Italia si Para dai Guai

Lippi doveva dimostrare molte cose: che dietro Cannavaro e Chielllini sono ancora affidabili, che Marchisio trequartista è un idea vincente, che Pepe è all'altezza di questa nazionale e che i giocatori non sono schierati fuori ruolo.
Ci è riuscito parzialmente. Anzi ben poco. Tuttavia non è tutto da buttare e quella vista stasera, anche se i più pessimisti continueranno a dire il contrario, è stata una buona Italia, almeno fino alla zona di centrocampo. Davanti il Gila conferma quello che già era apparso nelle amichevoli: è troppo solo e per tutta la partita lotta con i mulini a vento. Piacevole sorpresa Montolivo, che ha mostrato grande personalità.
Ho visto un'Italia "spuntata", che comunque è ben lontana dall'essere una squadra di ex giocatori buoni a nulla. Stasera Lippi ha vinto pochissime delle sue scommesse e davanti c'è da risolvere un problema non da poco: bisogna tirare in porta (stasera Montolivo è stato l'unico a riuscirci) e Gilardino è veramente inutile senza rifornimenti. Urge inoltre insegnare a Marchisio il ruolo del trequartista alla Perrotta: magari chiamerà il centrocampista della Roma per un corso accelerato. La qualificazione è ampiamente alla portata e gli Albirrojas erano lo scoglio più duro. Ora vietato sbagliare con Slovacchia e Nuova Zelanda: vincere, possibilmente con molti gol. Al bel gioco pensiamoci dopo.
Le Pagelle
Buffon/Marchetti: 6. Prendono voto ma solo per la presenza fisica, di fatto niente lavoro per loro. Sul gol incolpevole Gigi.
Zambrotta: 5. Sarà una mia impressione ma io continuo a preferirgli Maggio, anche stavolta mi sembra lento e prevedibile. Dai ca..o Gianluca! Svegliati!
Chiellini: 6,5. Il Chiello non fatica più di tanto con Valdez e Barrios. Tanta sostanza e meglio cetrale che terzino.
Cannavaro: 5,5. Impeccabile fino al gol, preciso e affiatato con Chiellini. L'errore (che condivide con De Rossi) sul gol del Paraguay però da difensore non se lo può permettere.
Criscito: 6,5. Spinge bene e difende meglio. Quando Iaquinta si accentra risulta l'opzione offensiva migliore a sinistra. Gioca con tranquillità ed è una delle poche certezze di questa squadra.
De Rossi: 6. Sufficienza per il gol. Ma l'errore dell'uno a zero è pesante, lui lo sa e se ne assume la responsabilità. Si fa comunque perdonare. P.s.: per favore fategli tagliare la barba!
Montolivo: 6,5 - Il Migliore. Non è Pirlo: forse meglio così. Stasera imposta bene la manovra e risulta pure l'azzurro più pericoloso, tanto che gli avversari lo picchiano senza tanti complimenti. Lancio un idea: perchè non lui a fare il trequartista?
Marchisio: 4,5. Ripeto: se Lippi voleva un centrocampista capace di fare il trequartista atipico, con buoni tempi di inserimento e con propensione al gol aveva Perrotta. Marchisio (purtroppo) bocciato ancora.
Iaquinta: 5. Lontano dall'attacco, poco efficace in fascia. Questo ruolo non gli piace e lo ha fatto già capire. Manca la grinta che ha di solito.
Pepe: 6. Meglio di Iaquinta. Corre tanto (spesso a vuoto), crossa molto (spesso a vuoto) e sfiora un gol: ci mette il cuore dove non può arrivarci con i piedi. Le squadre migliori sono fatte anche di onesti mestieranti come lui.
Gilardino: 5. Pienamente vero che non gli arrivano palloni. Ma non se li va neanche a cercare, è troppo facile da marcare e non impensierisce nessuno neanche sui calci piazzati. Troppo poco. Forse sta pensando alla rata per l'asilo della figlia....
Camoranesi: 5,5. Qualche buon lancio ma rischia seriamente di lasciarci in dieci...
Di Natale: s.v.

venerdì 11 giugno 2010

La strana storia del "Waka Waka"

Come ogni quattro anni si sente il bisogno inesorabile di fare un inno dei mondiali. Quest'anno tra l'altro uno non bastava e molti artisti hanno approffittato della situazione per presentare la loro canzone come quella ufficiale: le tre contendenti sono Wawing Flag di K'naan (artista somalo), Oh Africa del ben più famoso Akon e Waka Waka di Shakira. La prima è la canzone della pubblicità della Coca Cola, la seconda è (indovinate un pò?) quella legata alla pubblicità della Pepsi (la guerra delle bibite gassate quest'anno si sposta sul piano musicale). Ma dopo accurate ricerche vi posso confermare che è la terza la canzone ufficiale, ed è anche quella che ha la storia più complessa.
Per carità niente contro la canzone (questa è pure una delle più belle), però sarebbe bello sapere che cavolo significa (almeno il titolo), prima di ritrovarci a urlare "Waka Waka eh eh, tsamina mina zangalewa".
La canzone è già prima nelle Hit Parade italiane, ha un motivetto decisamente orecchiabile e soprattutto ha la voce della fantastica e bellissima Shakira, una delle cantanti più sexy al mondo. E vi dirò che mi sta pure bene che questa bella colombiana canti l'inno dei primi mondiali africani, perchè la canzone comunque mantiene alcune sonorità tipiche, come l'uso spropositato dei tamburi e delle chitarre africane. La canzone poi si vanta anche della collaborazione del gruppo musicale Freshlyground, una band che ha elementi provenienti dal Sud Africa, dal Mozambico e dallo Zimbabwe. La band è sconosciuta fuori dall'Europa ma vi posso assicurare che sono veramente bravi e se non volete credere a me ascoltateli sulla loro pagina di Myspace. Quindi Shakira, che scrive canzoni da quando aveva nove anni, ha voluto combinare nel suo ritmo colombiano quello africano dando vita alla canzone che ormai avete sentito tutti.
Ma non tutti la pensano così. Anzi la cantante è stata subito oggetto di forti critiche dalla stampa sudafricana, che ha accusato lei di plagio e gli organizzatori del mondiale di avere ignorato la musica africana in favore di quella pop e commerciale (quest'ultima accusa peraltro pienamente fondata). Ma è l'accusa di plagio quella che mi ha lasciato di stucco. Si viene così a scoprire che la canzone sarebbe stata "plagiata" dalla Hit "Tsamina Mina Zangalewa" dei Golden Sounds, gruppo nomade che ha girato l'Africa cantandola nel 1986, accompagnandosi con i tipici tamburi artigianali Makossa (tipici delle tribù camerunensi). La canzone è tutt'altro che sconosciuta, tanto che quell'anno vinse il disco d'oro africano.
E lì mi sono chiesto: ma è possibile che Shakira abbia copiato questa canzone? E soprattutto perchè non risponde alle accuse di plagio? Poi sono andato a cercarmi la risposta. Shakira questa canzone la conosceva e la sua Waka Waka si ispira volontariamente a quella Hit africana. Perche? Perchè unisce le sonorità africane a qualle del suo paese, la Colombia, dato che è diventata famosa come "The Military" anche nel suo paese, dopo essere stata rifatta da Dj Africani emigrati lì. Inoltre non è la prima volta che questa hit viene usata, dato che moltissimi altri artisti sudamericani (come le a noi sconosciute Las Chicas del Can), africani e anche europei. Inoltre, e questa è propio una chicca, anche nella colonna sonora de "Il Re Leone" vi sono riferimenti a questa canzone. Insomma non si può parlare di plagio!
Allora critiche infondate e storia finita? Non proprio. Perchè la vecchia hit aveva una sua storia abbastanza legata alla storia del paese camerunense. Il testo recita:
E’ arrivato il momento
Cadono i muri
Si inizia
L’unica battaglia
giusta
Il colpo non fa male
non esiste la paura
togliti la polvere da dosso
mettiti in piedi
e torna nell’arena
E la pressione
Che senti
Ha fiducia in te
La tua gente!
Ora andiamo
La fortuna ti accompagna
tsamina mina Zangaléwa
perché questa è l’Africa.
Tsamina mina ¡eh! ¡eh!
waka waka ¡eh! ¡eh!
tsamina mina Zangaléwa
perché questa è l’Africa.
Ascolta il tuo dio e
Non sarai solo
Arrivi qui
Per brillare
Hai tutto.
L’ora si avvicina
È il momento
Vincerai
Ogni battaglia
Ho il presentimento
Bisogna iniziare
Da zero
Per toccare
Il cielo.
Ora andiamo tutti
E andiamo tutti per loro
samina mina Zangaléwa
Perché questa è l’Africa
Tsamina mina ¡eh! ¡eh!
waka waka ¡eh! ¡eh!
tsamina mina Zangaléwa
perché questa è l’Africa.
Tsamina mina ¡eh! ¡eh!
waka waka ¡eh! ¡eh!
tsamina mina Zangaléwa
Perché questa è l’Africa
E nell'idea originaria dei Golden Sounds era una canzone che si rifaceva alla cultura della gente più povera e di denuncia contro le atrocità subite dai soldati africani durante la seconda guerra mondiale, che la popolazione pagava ancora. La canzone è ancora usata oggi sia da gruppi militari, sia nelle scuole e dagli sportivi per tenere il ritmo della marcia, e "Waka Waka" significherebbe appunto "Walk Walk".
Diciamo che qui Shakira ha deciso di modificare il messaggio della canzone, come a suo tempo l'avevano fatto i Dj che avevano portato la canzone in Colombia. Diventa quindi un invito a tutti i partecipanti del mondiale a non mollare mai ed a dare tutto per la propria nazione: un motto carico di buonismo e di buona cultura sportiva.
Ed a questo punto giungiamo alla conclusione e cerchiamo di ricordarci che questa canzone, adesso lo sappiamo, mostra entrambi i volti dell'Africa: quello ritmato e divertente, che vive di tradizioni e coltiva ancora la filosofia del sorriso, che ci fa ascoltare Shakira; ma anche quello dei mille conflitti interni, della povertà dovuta anche all'intenso sfruttamento delle popolazioni occidentali nel tempo, che a loro modo (anche con ironia) volevano denunciare i Golden Sounds.

giovedì 3 giugno 2010

Pagellone su Italia - Messico

Mi piace giudicare per cui così, a mente fredda e abbastanza delusa mi metto a giudicare l'Italia. Liberi di commentare e di darmi del cieco...perchè tanto i miei voti, avviso i lettori, sono tutt'altro che oggettivi e pienamente pervasi del mio pensiero.
Via con la pagella!!!
BUFFON: voto 6. Per Carità alla fine fa una parata sola. Però non da l'impressione di essere insormontabile come 4 anni fa. Mi sembra rassegnato ad una inevitabile tragedia azzurra, ai gol neanche si arrabbia con la sua difesa.
CANNAVARO: voto 5. Io spero sempre di rivederlo al livello di 4 anni fa: oggi è appesantito (forse dai petrodollari) e lento. Il destino manda un segnale: esce e dopo 15 secondi segniamo. Magari lassù tifano Italia e questo è un segnale.
BONUCCI: voto 6. Lo so merita mezzo voto in più per il gol. Ma si vede che è ancora acerbo. Affiancato a Chiellini secondo me può rendere al meglio. Oggi Cannavaro sicuramente non lo ha aiutato a crescere.
ZAMBROTTA: voto 4. Disastroso e terrificante. Sempre in difficoltà e in ritardo. Spinge poco e male. Scordinato e con poche idee. Il resto degli insulti potete aggiungerlo voi.
CRISCITO: voto 6,5. A parer mio stasera uno dei più positivi. Si gioca solo sulla sua fascia nel primo tempo. Difende abbastanza bene e, cosa non difficilissima, non fa rimpiangere Grosso (versione Juve ovviamente).
PIRLO: voto 6. Fa un paio di lanci da farti strabuzzare gli occhi. Qualche colpo di tacco d'alta classe ma ancora poca intesa con le punte. Spero arrivi in fretta. Mi sembra comunque in ripresa e più tosto di altri.
DE ROSSI: voto 5. Personalmente credo che stasera oltre a prendersi delle gran botte (senza peraltro restituirle) abbia fatto ben poco. Invisibile, manca la sua grinta e non riesce quasi mai a superare la metà campo.
MARCHISIO: voto 5. Corre un botto ma mai con la palla. Mi spiace ma come trequartista alla Perrotta forse era meglio Perrotta, lui ci azzecca poco o nulla. Lo preferisco più indietro, con Pirlo al suo posto.
IAQUINTA: voto 5,5. Il suo primo tempo si ferma sulla traversa che colpisce. Corre ma senza la solita grinta. Nella ripresa si trova meglio con un 4 4 2, e si vede qualcosa di più. Ma non troppo, non esageriamo.
DI NATALE: voto 5. Quel dieci sulle spalle forse pesa troppo. Con l'Italia ancora non riesce a dimostrare quanto valga. Perchè questo è uno che i numeri li ha. Lippi giustamente lo lascia negli spogliatoi nell'intervallo.
GILARDINO: voto 3. Mamma mia che penuria davanti. Due tiri in porta: al sesto minuto e al settantesimo. Troppo poco. Non gli arrivano palloni, è vero, ma neanche se li va a cercare, non impensierisce nessuno ed è più innocuo di una fatina. Quando entra Pazzini la differenza si vede.
MAGGIO: voto 6. Pochi minuti per lui, ma riesce pienamente nel suo intento: far vedere quanto è imbrarazzante proporre Zambrotta. Decisamente meglio in fase di spinta, e anche dietro se la cava abbastanza bene.
PEPE: voto 5.5. Io che sono il suo unico Fan, credo, non vedevo l'ora che entrasse. Non ha la classe di Totò Di Natale, ma perlomeno porca miseria corre! Nel secondo tempo va a caccia di palloni, tanta corsa e si propone abbastanza, però è poco preciso e spesso corre troppo a vuoto...
PAZZINI: voto 6,5. Si non merita un voto così alto. Ma mezzo punto in più glielo faccio avere solo perchè in 40 secondi tocca 4 volte i palloni toccati da Gilardino in 60 minuti. In base a quello visto ieri il posto da titolare per il Gila non dovrebbe essere così sicuro.
BOCCHETTI: voto 6. Di stima e perchè è portatore del messaggio: "Fuori Cannavaro".
PALOMBO e QUAGLIARELLA: senza voto. Poco per essere giudicati.